lunedì 30 maggio 2016

Il mosaico si ricompone

Interessante. Ma tanto interessante. Modul-life è stato indubbiamente interessante. Interessante la comunicazione; interessante la riflessione; interessante l’apertura. E poi non monotono! Anzi, curioso e divertente! E istruttivo. Anzi costruttivo. No: istruttivo e costruttivo insieme. In realtà costruttivo, istruttivo, interessante non rendono la verità: con coraggio e, forse, emozione, dovrei dire liberativo. Il piacere dell’apprendimento, tra conferme, ripensamenti e riflessioni mi fa rielaborare la convinzione che in educazione scambiarsi le idee è come scambiarsi le emozioni. Già, le emozioni. Non è facile insegnare: non siamo nati insegnati, ma la verità fondamentale è che se c’è emozione e fiducia personale credere in se stessi non è fantasia, ma può essere reale. E bello. Non è solo ottimismo, ma saggia speranza che le nostre riflessioni, anche nell’informalità, ma con chiarezza e serenità, siano presenza di un gruppo. Bravo il prof quando dice che l’apprendimento è sempre educativo e istruttivo: utile, si, da approfondire. Ma ciò che è nuovo e illuminante, e mi rende entusiasta, è condividere i saperi. Valorizzare le persone è come fare rinascere: più che utile. Emozionante. 

Sono curioso e sorpreso di questa esperienza: è riflessiva, apre la mente. Interessante anche riflettere sulla storia. Impegnativo, ma interessante. E decisamente coinvolgente. Vengono in mente bei ricordi: tradizioni, memorie, la solidarietà e il rispetto di un tempo, ma anche la fatica dell’immigrazione – ricordi? – e la fatica per la parità dei diritti. Era più bello e piacevole. Che preoccupata nostalgia: stavano meglio una volta? In tutta sincerità, io ho voglia di cambiare, ma il cambiamento va motivato, deve essere istruttivo e utile altrimenti si va dal progresso al regresso e questo fa rabbia. La memoria è vittima del progresso: e il futuro? Complicato. Interessante la storia che si ripete…

Anche il lavoro non è più quello di una volta: conflitti, ansia, formalità; e poi ti stufi perché invecchi. Ma si può migliorare. Il lavoro è gratificante solo se ti piace, certo, ma la serenità è nei rapporti con i colleghi: poter dire tutto con chiarezza, confrontarsi, patriottico orgoglio di appartenenza, costruire unione. Idealismo? Forse. Difficile? Certamente. Ma anche appassionante e intrigante. Non sono studioso né acculturato: Dante e la letteratura? Impegnativo: troppi libri. Ma bastano un po’ di prospettiva e di creatività a trasformare l’interessante in istruttivo, l’interessante in curioso, l’interessante in costruttivo, l’interessante in singolare, l’interessante in sapiente, l’interessante in scaffaloso. Fantasia e curiosità       

Il lavoro è creativo e stimolante nella convivialità. Ma c’è finzione. Molta finzione. troppa finzione. La vita è una maschera, interpretazione di attori su un palcoscenico, pura teatralità. La maschera, il mascheramento, servono a illudere, a fingere: perché dobbiamo nasconderci? La finzione è divertente? È piacevole? È piacevole la falsità nel giudicare gli altri? Interessante credere alla fantasia dell’impacchettamento, ma con profonda emozione e serenità reputo molto più interessante, anzi intrigante, vedere oltre: l’occhio vede gli altri, ma non se stesso, alla ricerca verità nascoste, ma sole. Ben più stimolante e coinvolgente è l’incertezza! È la bella conferma, istruttiva e riflessiva, che la consapevolezza di essere se stessi è il vero benessere. 

Obama? Obama figo. Interessante. Bolt? Super mitico. Anche lui interessante. È stata una bella esperienza: mi dispiace non aver potuto essere presente nelle sedute precedenti: sarebbe stato divertente e istruttivo. E poi tutti ‘sti Neri/moro? Curioso: eravamo invasi già nel 500. La guerra fra bianchi e neri? Martin Luther King: il vero Othello. E Iago? Iago un vero animale… ma reale oggi. È un istruttivo e originale esempio di mistero: un facebook reale ma futuristico di un Othello reale ma presente e futuro. L’autorappresentazione è apparire, darsi un profilo interessante, affascinante, anche bello e simpatico… ma è così divertente apparire e imbrigliare se stessi in un profilo facebook che inganna ? Raccontarsi dovrebbe essere bellissimo e costruttivo, e poi semplice, mica complicato. Brava: Non servono dolce romanticismo o poesia, carisma per competere o chissà quale personalità: dalle immaginazioni di sé al racconto di sé. Con divertente e piacevole entusiasmo. Con coraggio.  

Bello il percorso, grazie! Istruttivo, gradevole e, ovviamente, interessante. È strano, ma istruttivo, interessante o costruttivo sono una sanzione per esprimere positività, ma dalla seduzione di qualificarsi ora è il tempo del cambiamento, dei ripensamenti: ora limpido è il valore della narrazione nella vita. Ma la mia vita non può essere narrata! Non è mica fantastica come quella di “Fantasilok” o sensazionale come quella di “The Mentalist”! Non facciamo confusione: nulla di emozionante o curioso.  Abbi fede: qui sta la provocazione; qui sta l’illuminazione: tutte le storie di vita hanno senso: la nostra storia è la storia! È vita!  Ma quando mi accorgo di narrare? Quando le parole traducono i tuoi rimpianti e la speranza, le tue mancanze e pensieri positivi.

Ma il senso di narrare qua è fantastico, è una sanzione! Bravo. Che fantastica storia è la vita… con meno rimpianto e più speranza ho voglia di ricominciare. E se cadi ti rialzi. Quasi sempre.

mercoledì 20 aprile 2016

Materiali e pensieri... (di Fabio Romanini)

Cari amici,
vi elenco di seguito le letture da cui ho tratto gli spunti per le nostre chiacchierate:
- Ottiero Ottieri, Donnarumma all’assalto, Milano, Bompiani, 1959.
- Luciano Bianciardi, La vita agra, Milano, Rizzoli, 1962.
- Ottiero Ottieri, La linea gotica. Taccuino 1948-1958, Milano, Bompiani, 1963.
- Paolo Volponi, Memoriale, Milano, Garzanti, 1962.
- Paolo Volponi, La macchina mondiale, Milano, Garzanti, 1965.
- Primo Levi, La chiave a stella, Torino, Einaudi, 1978.
- Paolo Volponi, Le mosche del capitale, Torino, Einaudi, 1989.
Ci sono comunque molti altri romanzi che trattano di temi legati all’industria, e altri autori che non ho potuto leggere insieme a voi. Ma ci sono, a sorpresa, anche molti testi in versi. La poesia, che oggi quasi non leggiamo più fuori dalla scuola, è invece una miniera di riflessioni per la vita contemporanea, e anche sulla società industriale di qualche anno fa. Ecco un passo del lungo poema La ragazza Carla di Elio Pagliarani (1957):
(Alla ditta hanno detto alla signora
fa bene in officina, ma non è
affabile, e chi lo sa come la pensa?) Sì, e prende
ventiseimila con la contingenza.
In cui emergono i problemi del mondo del lavoro, vecchi ma in parte attuali: l’atteggiamento sul luogo di lavoro, l’ideologia politica, lo stipendio basso, ecc. È impossibile non commuoversi se lo si legge.
Se vi fa piacere, scrivetemi, o commentate questo post, riguardo a qualche lettura che fate e che riguarda questi temi. Oppure, più semplicemente, scrivetemi che cosa vi è piaciuto delle cose che vi ho raccontato: di sicuro, quando mi risponderete, terrò in mano soltanto la penna verde.
Vi ringrazio per l’accoglienza che mi avete riservato e per avere partecipato alle mie proposte. Io ho imparato tantissimo da voi e dal vostro lavoro... Sarà un’esperienza che avrà un posto importante sullo scaffale dei miei oggetti più importanti.

Fabio Romanini